Idimed torna a Palazzo Madama per presentare la Candidatura di Castelbuono città Creativa Unesco

Il 22 febbraio, presenzieremo alla Conferenza Stampa di presentazione della Candidatura di Castelbuono al circuito delle città creative UNESCO, presso Palazzo Madama, nella sala dei “Caduti di Nassirya”.

Saremo presenti come “Comitato di indirizzo” e rappresenteremo l’aspetto salutistico e di prevenzione primaria della Dieta Mediterranea

L’Idimed è già stato audito, nel lontano 20 maggio 2016, dalla Commissione Agricoltura del Senato, presieduta dal Sen. Formigoni per la modifica del DDL 313 sulla Dieta Mediterranea.

Ha inoltre partecipato a diverse audizioni all’Assemblea Regionale Siciliana, in merito alla redazione di un disegno di legge della Regione Siciliana sulla Dieta Mediterranea.

E ancora, è stata audita per la Candidatura de “La cucina di casa italiana” a patrimonio culturale immateriale Unesco (Affare Assegnato n. 1209) insieme alla Federazione italiana cuochi e al prof. Petrillo (Sed. n.217 del 14 Luglio 2022).

L’Idimed, sostiene la candidatura perchè, sin dalla sua nascita, nel lontano 2011, lavora per promuovere e valorizzare le scoperte scientifiche accreditate a livello internazionale e gli studi sperimentali del gruppo di lavoro del Polo Oncologico dell’ospedale Civico di Palermo, capeggiato da Castagnetta e, formato da medici e ricercatori, tra cui, B.Agostara, A.Traina, A.Barbera, G.Carruba. La Dieta Mediterranea è uno strumento di prevenzione primaria delle principali malattie cardiovascolari, metaboliche, oncologiciche e degenerative. Il corretto equilibrio nutrizionale della dieta mediterranea è stato dimostrato scientificamente negli anni Settanta dallo Studio dei sette Paesi di Ancel Keys (un medico americano) che metteva a confronto le diete di diverse popolazioni per verificarne i benefici e i punti critici. A partire da quel primo studio, molte altre ricerche hanno approfondito l’analisi dell’associazione tra alimentazione e salute, confermando che l’adozione di un regime alimentare di tipo mediterraneo è collegata a un basso tasso di mortalità, una minore incidenza di malattie cardiovascolari, di disfunzioni metaboliche e di certe tipologie di tumori.

L’Idimed ha fondato le sue attività su una solida base teorico-metodologica, costruendo un modello di intervento sistemico e integrato capace cioè di coniugare insieme la cultura, il gusto e la salute dell’ambiente e delle persone che lo abitano. E proprio questo modello ha preso il via da Castelbuono, nel lontano uno giugno del 2003, all’Eremo di Liccia, con l’evento “Aspettando l’Expo di Milano: identità, salute e sostenibilità”. Un format che poi è stato ospitato in tutto il territorio regionale per promuovere la Dieta Mediterranea come volano di sviluppo dei Comuni Siciliani. L’unico modello capace di trasformare l’unicità e la tipicità in valore di successo. Attraverso le fondamentali specificità culturali-identitarie, salutistiche, psicologico-reazionali e botaniche-biologiche che la caratterizzano. Un approccio che guarda all’“alimentazione a 360°” aggregando diversi aspetti del fenomeno: salutistici e di prevenzione primaria, agronomici, botanici, gastronomici/salutari, psicologici, relazionali e della comunicazione. Per la cultura mediterranea infatti il cibo è condivisione, salute, vita, gusto e qualità del sapore. Dividere cibo nel Mediterraneo e in Sicilia è piacere, scambio, rito dell’incontro, tempo da dedicare al benessere e al relazionarsi. La dieta mediterranea, come la sua antica lingua, è frutto di incontri, mescolanza, scambi, integrazioni. Come ci ha insegnato Braudel, le pareti rocciose che digradano a mare vanno a far “nascere ulivi e civiltà”. Pane, olio e vino sono infatti la trinità della vita.

L’alimentazione ha comunque sempre un ruolo di primo piano perché promuovere la Dieta Mediterranea significa far conoscere l’alimento, fornire indicazioni precise sulle specificità nutrizionali e nutraceutiche, l’uso dei condimenti, la chiusura della filiera, la conoscenza, la tradizione e la saggezza dei nostri avi.  Il cibo rappresenta, infatti, l’occasione per “far gustare” il territorio attraverso una immersione e un coinvolgimento diretto del fruitore nelle specialità culinarie, culturali e ambientali che caratterizzano i luoghi di origine degli alimenti. Una dieta fatta di sapori semplici e unici, grazie all’apporto delle erbe aromatiche come basilico, menta, origano, timo, peperoncino le spezie dei poveri, in grado di assicurare da sole uno strepitoso surplus di sapore.  Il cibo che mangiavano i nostri nonni, cucinato con i prodotti di un tempo, secondo antichi saperi, permette di riportare in vita sapori, odori e colori di una tradizione che fatica a sopravvivere.  Un cibo che ci appartiene, che racconta la nostra storia, il nostro territorio, attraverso il quale poter rafforzare la nostra capacità di attrazione e rendere unico il nostro vantaggio competitivo attraverso percorsi turistici esperienziali. Il mangiare richiama infatti aspetti forti del nostro vissuto socio-affettivo e relazionale. Ci si nutre di alimenti ma anche di emozioni che arrivano a noi attraverso i rituali, i protocolli, le presentazioni e le scelte.  Un modello antico fatto di ruralità vera da catapultare nelle grandi città per ricordare a tutti che esiste ancora. Per farne scoprire la unicità inestimabile e stimolarne ai più il desiderio di conoscenza e sperimentazione. Per recuperare la ricchezza, la genuinità, la salubrità e la sostenibilità di uno stile di vita che però ha bisogno – oggi più che mai – dell’aiuto di tutti per riproporsi, ritornare a esistere, essere degustato e vissuto. L’Idimed  ha svolto una azione di educazione, presidiando i territori, per far conoscere la sana alimentazione che non sacrifica il gusto e conserva intatto il piacere della tavola.  Menù tematici che attraverso le scoperte della scienza, la cultura del cibo, la biodiversità degli ingredienti e la ricchezza della tradizione culinaria locale, ci raccontano i territori, l’agroalimentare e lo stile di vita che ha reso i nostri abitanti “centenari”.

Dalla viva voce del direttore dell’Idimed, Francesca Cerami, “Il motto dell’Istituto è “la dieta mediterranea fa crescere in salute anche l’economia” perché abbiamo sempre investito sul tema dello sviluppo integrato e sostenibile. Lo stile di vita della Dieta Mediterranea ci fa crescere in salute e invecchiare con successo è stato scientificamente dimostrato. Per noi di Idimed ritornare a questo stile significa investire sui territori, sui prodotti, sul turismo, sulla gastronomia, sulla cultura che ruota attorno a questo concetto e quindi generare economia circolare. Una scelta di campo per noi la Città di Castelbuono, per vocazione, per vicinanza, per convinzione. Un luogo elettivo dove raccontare il sapere millenario della nostra cultura mediterranea. Una memoria antica ma oggi ancora viva e pulsante nelle marinerie e nell’entroterra del territorio Madonita che si estende dal mare di Cefalù alle montagne di Piano Battaglia e che comprende due Borghi più belli d’Italia. Che celebra il grano, l’olio, la frutta secca, i legumi, i funghi, le verdure e la manna. Un comprensorio che abbiamo il piacere e l’onore di candidare perché ci sentiamo convintamente parte di questa avventura. Castelbuono è la scelta giusta per rappresentare il Paese Italia, nel Paese dove si celebra, vivendola nella quotidianità, la Dieta Mediterranea”