A Palazzo Steri le “Verdure spontanee di Sicilia”

Pubblico delle grandi occasioni venerdi 22 gennaio 2016 a Palazzo Steri, sede del Rettorato, per la presentazione del libro “Verdure Spontanee di Sicilia” di Rosario Schicchi e Anna Geraci. La Sala delle Capriate non è riuscita a contenere i partecipanti accorsi da varie parti della Sicilia.
L’incontro moderato dal Dott. Salvo Toscano condirettore I Love Sicilia, ha visto la partecipazione del Magnifico Rettore Fabrizio Micari, del Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando e dell’Assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici.
Dopo i saluti del Direttore del Dipartimento SAF, prof. Stefano Colazza e del Consigliere Delegato dell’Istituto IDIMED creatore dell’evento Ing. Bartolo Fazio, sono seguiti gli interventi del Prof. Paolo Inglese, di Mario Indovina di Slow Food Palermo e del Dr. Giuseppe Carrubba.
Tra il pubblico numerosi docenti dell’Ateneo palermitano, i dirigenti dei Parchi siciliani, medici e amministratori accorsi da varie parti della Sicilia, a testimonianza che, guardare alla biodiversità della Sicilia come importante risorsa per la crescita socio-economica della nostra Isola non è utopia.
“Le verdure selvatiche” – sostiene l’autore Prof. Rosario Schicchi – “con il carico di tradizioni, usi e consuetudini che si portano dietro, appartengono al nostro patrimonio culturale che, purtroppo, di giorno in giorno rischia di scomparire sotto l’incalzare della globalizzazione e con esso anche le nostre radici che affondano in diverse centinaia di anni di conoscenza, esperienza e saggezza locale”.
Questa situazione – prosegue Schicchi – può determinare nel volgere di qualche decennio la perdita di un cospicuo patrimonio di conoscenze che si riferiscono ai nomi dialettali con cui sono indicate le verdure, agli usi gastronomici mediante i quali erano – e in parte ancora oggi – vengono preparate, alle credenze e agli aspetti folcloristici che circondano ogni verdura e all’eventuale uso come pianta medicinale. Salvando questi saperi contribuiremo a salvare anche la biodiversità dei nostri territori, l’identità culturale delle popolazioni e, possibilmente, a creare anche nuova occupazione.
Le verdure selvatiche sono, infatti, tra gli “ambasciatori” migliori del luogo in cui vivono: esse sono in grado di “far gustare” ai turisti il territorio attraverso le molteplici preparazioni gastronomiche locali che affondano le radici in una solida e stratificata tradizione culturale. Quest’ultima rappresenta il vero valore aggiunto di una materia prima, ottenuta in un contesto ambientale straordinario per caratteristiche biologiche, di suolo, di clima e di storia, e che può essere considerato come la culla più espressiva ed emblematica della Dieta del Mediterraneo.